Il giuramento

liberamente ispirato alla storia vera di Violette A. raccontata ne “L’uomo seme”

scritto e diretto da GAIA ADDUCCHIO
con CAMILLA DIANA

Luci: MASSIMO POLO
Costumi: VIRGINIA GENTILI
Traduzione: LAURA SCIVOLETTO
Foto della locandina: GAIA ADDUCCHIO
Foto, video, garfica: PINA MASTROPIETRO
Promozione: TINDARO MANFRÈ

Produzione e organizzazione: GRAZIA SGUEGLIA
http://www.laspring.it/home

Vincitore del bando RESIDENZE  presso il TEATRO STUDIO UNO Roma 2014/2015
Selezionato al Torino Fringe Festival 2016


Sinossi

Inverno del 1919 in un piccolo paese dell’Alta Provenza. La Grande Guerra è appena finita e per la seconda volta in meno di 70 anni il villaggio di Poil è rimasto senza uomini. A raccontarcelo è Violette, una donna ora anziana, che con la memoria ripercorre gli anni della sua giovinezza, quando nel 1852, a soli 17 anni, è testimone della deportazione e uccisione di tutti gli uomini del suo paese da parte delle truppe dell’Imperatore Napoleone III. Le donne, rimaste sole, siglano un patto inscindibile: il primo uomo che si presenterà all’orizzonte diventerà il compagno di tutte, il seme del villaggio.

Note di regia

C’è qualcosa nel racconto di Violette e nel modo in cui lo fa che travalica ogni possibile distanza geografica, culturale e storica. C’è di universale un racconto sull’amore e sulla perdita, c’è di profondamente nuovo e assolutamente attuale una definizione del femminile, dei suoi bisogni, delle sue capacità e dei suoi limiti.
Le donne raccontate da Violette e Violette stessa sono e vogliono essere madri, ma non sono oggetti di una comunità patriarcale, maschile e maschilista; vogliono essere amanti, ma si assumono la responsabilità politica e sociale del loro “amore”, diventando agenti attivi e consapevoli della propria sessualità. Quando l’uomo si materializza, però, non riescono a prescindere dalla naturale ricerca del desiderio, del piacere ed infine dell’amore.
Nel mondo che Violette racconta, l’identità femminile è composta quindi non da esseri passivi e mansueti, ma da donne rumorose, arrabbiate, sovversive.
Il suo però non è un femminismo adolescenziale, ma il racconto di formazione di una donna nella sua crescita fino all’età adulta. Al centro di una scena essenziale caratterizzata da pochi oggetti di uso domestico che rievocano un immaginario contadino di fine Ottocento, Violette ritorna un’adolescente che fa rumore, sbatte i piedi, cambia stato d’animo repentinamente, per poi crescere, scoprire l’amore, diventare madre ed infine di nuovo un’anziana al tramonto della sua vita.
Portare a teatro la sua storia e quella del suo villaggio, quindi, nasce dalla necessità di raccontare il vissuto femminile nella sua complessità, cercando di mostrare, per quanto sia nelle nostre possibilità, la naturalezza delle sue contraddizioni e l’universalità delle sue specificità.

Gaia Adducchio

Mise-en-scene:

Maggio 2015 – Residenza artistica al Teatro Studio 1 Roma
http://www.teatrostudiouno.com/
Maggio 2016 – Torino Fringe Festival
http://www.tofringe.it/
Maggio 2017 – Teatro Villa Corsini, Roma, Italia
http://www.teatriincomune.roma.it/teatro-villa-pamphilj/